Mobile Suit Z Gundam - A New Translation (2024)

Il primo grande conflitto spaziale sperimentato dall'umanità fu quello combattuto tra la Federazione Terrestre e il principato di Zeon. Nell'ultimo anno di guerra si iniziò a fare un uso frequente dei Mobile Suit, armi mobili antropomorfe. Da allora è passato un decennio: Universal Century 0087, la discordia tra gli abitanti della Terra e quelli delle colonie spaziali continua ad alimentare il fuoco sotto la cenere. Le anime degli esseri umani non sono ancora state liberate dall'attrazione della gravità terrestre.

Così il narratore ci introduce A New Translation, mentre sullo sfondo una tuta spaziale di Zeon vaga sola per lo spazio infinito, simbolo delle guerre che sono state e che ancora devono essere.

UN NUOVO GUNDAM

Il primo [b[Gundam[/b] era già una leggenda quando, nel 1985, a Tomino venne affidato il compito di realizzare un sequel del suo lavoro più importante. Il motivo era ovvio: Gundam era una miniera d'oro, e come tale andava sfruttato. Tomino non ne fu ovviamente entusiasta, specialmente considerando come la prima serie fosse stata pensata per essere autoconclusiva, e trasmise questo suo astio anche all'interno della nuova serie, cui lavorò col passare degli episodi sempre più controvoglia.
Mobile Suit Z Gundam prende il via sette anni dopo la conclusione della Guerra di un Anno, narrata nel primo Gundam, innestando accanto a vecchie conoscenze quali Char Aznable, Amuro Ray o Bright Noa un discreto numero di nuove figure di varia importanza nella storia, tra cui il nuovo protagonista quindicenne, Kamille Bidan.
La nuova serie, seppur presentando numerosi rimandi e similitudini col primo Gundam, risulta un'evoluzione della precedente sotto tutti i punti di vista. La nuova storia è decisamente più articolata della vecchia, che in fondo altro non era che il viaggio di una nave di secondaria importanza e del suo equipaggio ostacolati di volta in volta da un diverso nemico. In Z Gundam seguiamo invece le sorti della guerra tra l'A.E.U.G. ed i Titans molto più da vicino, a cui vanno presto ad aggiungersi altri due schieramenti a complicare la scacchiera complessiva, con battaglie e strategie decisamente più complesse; maggiore è anche il numero dei personaggi analizzati e delle relazioni che tra essi intercorrono e vengono indagati molto più in profondità la psicologia e l'evoluzione dei newtype, grazie all'inserimento di personaggi come Rosamia, Four o Sarah e al loro rapporto con Kamille.
Complice il crescente malessere di Tomino, la guerra nella serie Z va perdendo il perfetto equilibrio tra guerra come tomba dell'amore e della vita e guerra in quanto superamento del dolore e quindi crescita che caratterizzava la prima serie, a favore di un deciso inasprimento ed incupimento delle storie e vicende narrate nell'arco dei 50 episodi che compongono la serie.
Anche sul fronte tecnico le innovazioni sono degne di nota: abbandonati gli scontri lenti e statici della prima serie, Z Gundam segue prepotentemente la via tracciata da Macross e nella serie si assiste a numerosi combattimenti estremamente dinamici ed altamente spettacolari, tra decine di Mobile Suit impegnati in scontri spaziali, Mobile Armor trasformabili e piloti new-type di rara abilità.
Purtroppo Z Gundam, oltre ai numerosi pregi, presenta anche diversi difetti, dovuti in particolar modo all'incapacità di gestire al meglio una storia così complessa e un tale numero di personaggi importanti – è infatti lo stesso Tomino ad affermare di aver perso, ad un certo punto della serie, le fila delle serie – portando in alcuni casi ad incoerenze o forzature narrative. Tra queste non si può non citare l'entrata in scena di Paptimus Scirocco, personaggio inserito dal nulla nella scacchiera politica probabilmente per compensare lo scarso carisma dei nemici rispetto ai loro corrispettivi della prima serie (non solo come avversario di Kamille Jerid Messa sembra solo una pallida ombra della Cometa Rossa, ma anche l'accoppiata Bask Om-Jamitov a capo dei Titans non raggiunge minimamente il carisma politico della famiglia Zabi).

A NEW TRANSLATION

Così come era successo per il primo Gundam, anche della serie Z si decise di realizzare una trilogia cinematografica riassuntiva, Mobile Suit Z Gundam – A New Translation. A differenza della prima trilogia, che era stata realizzata solo un paio di anni dopo la conclusione della serie televisiva, tra la fine di Z Gundam e l'inizio di A New Translation passarono quasi due decenni. In due decenni tuttavia molte cose erano cambiate: era cambiato il mercato, era il cambiato il pubblico, era cambiata la tecnica di realizzazione degli anime, ma, cosa forse più importante di tutte, era cambiato Tomino.
Se già era stato estremamente difficile e non del tutto indolore riassumere i 43 episodi della prima serie in tre film di più di due ore l'uno, quasi impossibile sembrava accorpare i 50 episodi della serie Z in tre film di poco più di un'ora e mezza ciascuno, anche senza considerare la maggior complessità della trama e il maggior numeri di personaggi che questa serie poteva contare rispetto alla vecchia.
Ed infatti molti sono i cambiamenti apportati alla storia originale per permetterle di venire condensata in meno di cinque ore; innumerevoli sono i tagli, alcuni operati in modo sapiente, come l'eliminazione del 90% delle battaglie minori, anche un po' ripetitive, che occupavano quasi ogni episodio della serie, o di intere sottotrame di importanza minore quali il secondo ritorno di Kamille sulla Terra o le vicende legate a Rosamia Badan.
Per poter legare al meglio tra loro le scene non tagliate, Tomino e lo staff della trilogia optarono per la realizzazione di numerose sequenze inedite, caratterizzate da un nuovo character design e animazioni e colorazioni al passo coi tempi, in modo da intervallarle alle vecchie, appositamente modificate per adattarle al nuovo formato in 16:9. Se l'intenzione voleva essere una fusione di passato e presente nel rappresentare la doppia anima di questa trilogia, in grado di parlare agli spettatori di ieri come di oggi e quindi ancora perfettamente attuale dopo vent'anni, beh, il risultato è un fallimento; molto più efficace sarebbe stato ridisegnare e rianimare completamente i film, evitando così un continuo e fastidioso stacco tra scene vecchie e nuove.

Il primo film ci introduce il mondo come è diventato a sette anni di distanza dalla fine della Guerra di Anno, insieme ai nuovi personaggi e alle nuove potenze militari che si contendono la Terra e le colonie. Sebbene dei tre film questo sia quello che meno modifica la serie originale, con una netta prevalenza delle vecchie animazioni e un numero tutto sommato limitato di tagli, Eredi delle stelle risulta affrettato sia nella trattazione della psicologia dei personaggi principali che nelle motivazioni politiche alla base dell'attuale instabilità sociale e del conflitto in atto tra Titans e A.E.U.G., risultando, tuttavia, nel complesso più che sufficiente.
I problemi veri e propri iniziano col secondo film, Amanti, che raccoglie la nascita, l'evoluzione e, in alcuni casi, anche la conclusione di buona parte dei legami e delle relazioni che si vengono a formare tra i vari personaggi. Quelle che nella serie originale rappresentavano alcune delle vicende più significative per la crescita psicologia dei character diventano qui nient'altro che un collage di scene ed eventi malamente correlati tra loro, che non solo spezzano il ritmo della narrazione, lasciando, spesso e volentieri, spiazzato lo spettatore, ma anche privano quasi interamente la storia dell'impatto emotivo originario. Se quindi da un alto è stata una buona idea eliminare i vari tentativi dell'Argama di rimandare i suoi piloti nello spazio riducendo il numero degli scontri con i Titans, dall'altro i vari personaggi di Four Murasame, Rosamia Badan, Amuro, Berthorchka e la stessa Karaba escono pesantemente ridimensionati sia come carisma e caratterizzazione che come peso nella storia.
L'amore fa palpitare le stelle, il terzo e conclusivo film della trilogia, risulta indubbiamente il più interessante in quanto quello che maggiormente rielabora la storia principale. La scelta di modificare abbastanza pesantemente la storia risulta condivisibile considerando come dovesse, da solo, coprire quasi metà della serie totale. Per prima cosa, quindi, vengono eliminati il 90% degli scontri spaziali tra Mobile Suit, abbastanza ripetitivi bisogna ammettere, che caratterizzavano le puntate successive al ritorno di Kamille e compagni nello spazio, per dedicarsi principalmente agli scontri più importanti e decisivi della Guerra di Gryps. Vengono anche sintetizzati tutti gli incontri e i sotterfugi diplomatici atti ad ottenere i favori di Axis, mentre un ruolo di primo piano mantiene il personaggio di Sarah, la cui storia acquista indubbiamente maggior importanza rispetto a quelle degli altri newtype artificiali analizzati nella trilogia.

Mentre buona parte di queste modifiche furono attuate per cercare di condensare al meglio la storia in cinque ore circa, lo stesso non si può dire del nuovo finale, che non solo pone fuori continuity i vari sequel della serie Z come Gundam ZZ o Char's Counterattack, ma mostra chiaramente come sia evoluto (o involuto?) il pensiero del regista Tomino, ora non più ossessionato come un tempo dalla critica feroce e assoluta della figura dell' “anime-otaku” e nemmeno schiacciato ed oppresso da un mercato dell'animazione e del merchandising in cui faceva fatica ad integrarsi. Tomino lo Sterminatore non esiste più, ormai solo un ricordo di un passato in parte rinnegato, e il nuovo finale è la sintesi perfetta della nuova filosofia di pensiero abbracciata da Tomino, forse più canonica, di certo meno incisiva.

L'EDIZIONE ITALIANA

La trilogia cinematografica di Mobile Suit Z Gundam – A New Translation è il secondo appuntamento della collana Gundam Movies Collection, tramite cui l'editore Dynit punta a rilanciare la saga di Gundam in Italia. Esattamente come per la prima trilogia, anche A New Translation viene presentato in due versioni: standard e limited. La standard edition, una per film, è abbastanza essenziale, col semplice amaray e alcuni trailer come extra multimediali, al prezzo di 18€ l'uno. L'edizione da collezione, limitata a 2000 copie, si presenta invece in un elegante BOX contenente 3 confezioni DVD (i medesimi dell'edizione standard). Mentre gli extra multimediali non cambiano da quelli della standard, la differenza la fanno quelli cartacei: un libro di circa 200 pagine di schizzi e disegni preparatori (i cosidetti settei) e, soprattutto, l'Enciclopedia, un booklet di 70 pagine realizzato appositamente per l'edizione nostrana da uno dei massimi esperti italiani del settore. Al suo interno vi sono le descrizioni dei personaggi e dei mezzi di Z Gundam, interessanti approfondimenti su alcuni degli aspetti della trilogia (una contestualizzazione storica della serie, l'evoluzione della filosofia di Tomino, un riepilogo delle vicende tra le due serie, ecc...) e le interviste a Yoshiyuki Tomino, Keiichi Matsumura e Kunio Okawara in appendice. Il prezzo di tale edizione è di 80€.
Per quanto riguarda la qualità video e audio dei DVD siamo ai livelli lievemente inferiori a quelli della prima trilogia: il video è buono nonostante la presenza di un discreto rumore video, mentre l'audio in 5.1 svolge più che bene il suo compito. Ottimi traduzione ed adattamento, fedeli all'originale, annullando quindi le scelte eccessivamente “libere” effettuate in occasione della localizzazione italiana della serie televisiva ad opera di Mediaset.

UN'OCCASIONE SPRECATA

Se la trilogia cinematografica dedicata alla prima serie di Gundam riusciva, se non addirittura a migliorare, per lo meno a sintetizzare al meglio tutte le vicende della serie originale, lo stesso non si può dire di A New Translation, complice un minutaggio complessivo inferiore, un numero di episodi di partenza maggiore e una superiore complessità ed articolazione di storia e personaggi.
A New Translation più che un'opera a se stante è considerabile come un semplice riassunto della serie televisiva, e come tale può venire apprezzato al meglio solo da chi già conosce le vicende narrate; la visione è invece altamente sconsigliata ai neofiti, che farebbero certamente meglio ad orientarsi verso la serie originale del '85 – per poi magari passare ai film.
Perfetto suggello alla mediocrità dell'opera, la scelta di alternare senza soluzione di continuità vecchie e nuove animazioni.

Mobile Suit Z Gundam - A New Translation (2024)
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Author: Pres. Lawanda Wiegand

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